Lumache alla palermitana
“Babbaluci ri sucari e fimmini ri vasari un ponnu mai saziari” (lumachine da succhiare e donne da baciare sono cose che non saziano mai). U fistinu è la festa in onore della nostra Santuzza Rosalia, che liberò la città dalla peste; noi la celebriamo ogni anno il 14 luglio con una festa che porta la Santa sul vascello in giro per la città illuminata e culmina con un poderoso iocu ri fuocu (fuochi d’artificio).
Non c’è modo migliore di godersi lo spettacolo se non accompagnati da un beddu piattinu di babbaluci ri sucari. Potete acquistarle alla bancarella del babbaluciaru o prepararle da voi a casa, ma state certi che non ne sarete mai sazi.
Ingredienti : 1kg di lumache, olio d’oliva, 4-5 spicchi d’aglio rosso, sale, pepe e un bel mazzetto di pitrusinu (prezzemolo) tritato.
Preparazione: mettetele in un tegame capiente con del pan grattato, coprite in modo che non fuggano e lasciatele spurgare per almeno 2 giorni.
A questo punto lavatele con acqua fredda più volte finché l’acqua non risulti limpida, riempite il tegame d’acqua fredda e passate il sale lasciandolo aderire ai bordi per impedire la fuga ri babbaluci e mettetele al sole per far si che escano dal guscio per qualche minuto; mettete sul fuoco a fiamma bassa per 10 minuti circa, poi alzate la fiamma, aggiungete il sale e fate bollire 10 minuti.
Scolate, sciacquate e preparate il condimento, tagliate finemente l’aglio, mescolate con prezzemolo, olio, sale e pepe e versate sopra i babbaluci. Mescolate e aggiungete ancora pitrusinu a tinchitè (a volontà), mescolate bene e lasciare riposare in frigo. I babbaluci si mancianu friddi e cu scrusciu ra sucata e accompagnate rigorosamente da un bel bicchiere di vino.
Ricetta di Lidia Rappa
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