Se c’è una cosa alla quale un siciliano tiene davvero questa è senza dubbio la famiglia. Ne è espressione tipica la festa del papà per eccellenza, San Giuseppe, ricorrenza molto sentita in Sicilia che mette in luce il suo cuore generoso e legato alle tradizioni millenarie.
La festa di San Giuseppe è famosa nel palermitano per le mense, la tradizione infatti vuole che le famiglie devote al Santo allestiscano una stanza con addobbi e decori votivi e una grande tavola apparecchiata con i piatti tipici della festa, come a pasta ch’i sardi e u finucchinu (pasta con le sarde e finocchietto selvatico), u pani di San Giusieppi (pane aromatico con i semi di finocchio), e le regine incontrastate della tavola i sfinci. A questa tavola così adorna il capo famiglia invita tre bambini provenienti da famiglie più povere per onorare la Sacra Famiglia che a lungo girò in cerca di accoglienza.
La sfincia è secondo me un dolce che ben rappresenta la tradizione dolciaria palermitana, è una sorta di bignè fritto, morbidissimo, che fa da scrigno ad una generosa nuvola di ricotta dolce, generosa appunto come il cuore del papà, e tipicamente barocco con quel tocco di colore dato dalla frutta candita. Insomma, una meraviglia peccaminosa imperdibile!
Il papà palermitano per la sua festa non vuole il regalo ma una bella nguantiera di sfinci ri san giusieppi chini chini ri ricuotta (un vassoio pieno di sfince di San Giuseppe strapiene di ricotta); e come dargli torto, le sfincie sono epiche!
“I sfinci” sono dolci antichissimi e come tali è chiaro che ogni famiglia ha la propria versione collaudata da generazioni di abili pariddari (fieri spadellatori). E’ difficile stabilire quante sfinci otterrete da questa ricetta: tutto dipende dal vostro “occhiu manciuni“, così è detto chi vuole prima della pancia riempire gli occhi, e sarete voi a stabilire la grandezza delle sfinci dal modo in cui le porzionate per friggerle!
Eccovi la ricetta delle “Sfinci ri San Giusieppi”:
Ingredienti: 250 ml d’acqua, 80 g di strutto, 250 g di farina, 4 g di sale, 5 uova, scorza di limone; per la farcia 600 g di ricotta di pecora, 200 g di zucchero, gocce di cioccolato fondente, arance candite tagliate a strisce, ciliegie candite, granella di pistacchio, zucchero a velo, 1 kg di strutto per friggere o 1 l di olio di semi.
Preparazione: iniziate col mettere la ricotta in un colapasta a sgocciolare per bene, fatelo almeno la sera prima. Aggiungete quindi lo zucchero, mescolate bene (il mio consiglio è di setacciare la ricotta in modo da ottenere un impasto molto liscio e lucido) e mettete a riposare in frigo.
Per le sfincie mettete l’acqua a bollire con la scorza di limone, al bollore aggiungete lo strutto, lasciate sciogliere e togliete la scorza che avrà già profumato l’acqua, aggiungete il sale e poi di colpo la farina setacciata; mescolate per qualche minuto finché il composto non si stacca dalle pareti del tegame. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare qualche minuto, spostate il composto in un contenitore più grande e aggiungete un uovo alla volta mescolando energicamente, otterrete un impasto cremoso.
In una padella dai bordi alti tipo wok mettete lo strutto o l’olio a scaldare, prelevate con un cucchiaio o un mestolino una generosa pallina di impasto e lasciatela scivolare nell’olio caldo; con una forchetta giocate a farla sprofondare nell’olio con leggeri tocchi così che la pallina si gonfi per bene, non friggete più di due-tre sfince per volta, appena saranno ben dorate da tutti i lati asciugatele su un foglio di carta assorbente e lasciatele raffreddare.
Aggiungete alla ricotta le gocce di cioccolato e farcite le sfince, spolveratele con lo zucchero al velo, poi incidendole lateralmente lasciate entrare un po’ di ricotta all’interno e date una generosa cucchiaiata di ricotta anche sopra; guarnite con una strisciolina di arancia candita, una ciliegia e un po’ di granella di pistacchio, otterrete così una nguantiera coi fiocchi per la gioia del vostro papà e di tutta la famiglia.
Ricetta di Lidia Rappa
Foto: Francesco Rappa